I giochi aleatori

Su questo blog mi occupo quasi esclusivamente del gioco di ruolo più famoso al mondo: Dungeons & Dragons, e con un taglio molto particolare: gioco e rigioco i Videogame pubblicati sotto la sua etichetta, allo scopo di raccontare molte cose: le mie avventure personali e la storia di D&D nel corso del tempo.

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Come si può vedere, sono ancora all’epoca classica del GdR, ma è una cosa che faccio dilettantisticamente rispetto al mio lavoro “vero”. Si può anche notare che intervallo spesso le «sessioni di (retro)game» con articoli d’approfondimento di più ampio respiro. Per scrivere quest’ultimi, e scrivere qualcosa di migliore dei soliti articoli-vetrinetta e ruba-visite che affollano internet, devo allargare ancora di più il raggio delle letture e degli studi. Così un puro passatempo dilettevole diventa cosa più interessante: entrano in campo i concetti e i risultati di diversi ricercatori famosi e non: i classici della sociologia applicata ai giochi, veri e propri trattati filosofici, studi di semiotica e lavori più direttamente incentrati proprio sui giochi di ruolo e sui Videogame. Tutta roba molto sera, spesso illuminante, a tratti pesante e persino noiosa.


Durante queste letture mi sono via via accorto che alcuni capisaldi di questo settore si rifacevano ad autori fondamentali come Johan Huizinga e Roger Caillois, che scrissero libri molto conosciuti tra gli appassionati dei giochi. Tuttavia più mi documentavo e approfondivo i diversi argomenti, mi facevo un’idea progressivamente coerente e circostanziata della relatività delle teorie sulla materia; in altri termini ho iniziato a intravedere come i risultati di alcuni studiosi di una o due generazioni fa, oggi mostrano dei limiti di fronte ai nuovi tipi di giochi e alle loro rilevanze culturali. Al tempo stesso ho potuto constatare direttamente come alcune attività ludiche e il dibattito sul gioco (di ruolo, principalmente) fino ad alcune sue concettualizzazioni da parte di chi li studia, e li crea (senza che tra le due attività possa esistere una reale distinzione perché sarebbe come chiedere a un pittore se studia anche la pittura…) che hanno iniziato a dare degli esiti che andavano a toccare, e anche a superare, altri limiti del gioco, uscendo esattamente dal cerchio incantato che li delimita.
Così sarebbe nata l’idea di una serie di articoli sotto il titolo collettaneo «I limiti del gioco», che doveva iniziare con una revisione delle teorie classiche fino ad arrivare a trattare delle idee più recenti che proliferano nei dibattiti dei professionisti e degli appassionati in ogni luogo raggiungibile dalla parola scritta e parlata.


«I giochi aleatori» doveva essere un articolo persino marginale rispetto al progetto che avevo pensato: un passaggio dovuto poiché si tratta di una delle quattro categorie di Caillois, con le quali suddivise teoricamente e universalmente tutti i giochi. A tutti gli effetti, essendo io un giocatore di ruolo e occupandomi soprattutto di GdR, non credevo che questo argomento potesse avere autonomia e rilevanza oltre a chiarire il ruolo del caso e del sorteggio nei GdR, cosa che si risolverebbe con una semplice e chiara frase. Ma nel mentre che sistemavo gli appunti e organizzavo il testo, abbiamo vissuto due anni di pandemia (e attualmente dobbiamo affrontare una situazione persino peggiore), nei quali la mia sensibilità è stata sollecitata a leggere alcuni eventi che tutto il mondo stava vivendo come un brutto momento, in cui la sorte predominava sull’umanità che azzardava molto più spesso, e più volte nel corso del tempo.


E durante questo tempo mi sono dedicato a queste trentacinque pagine dure e difficoltose, nelle quali ho cercato capire non tanto come funzionano i giochi d’azzardo, ma l’Alea che è il loro principio fondante. Non troverete nulla che parla direttamente di Covid né lunghe e ridondanti descrizioni delle meccaniche della Briscola o della Roulette; trovate invee un testo non così semplice da leggere, con qualche forma sintattica poco comune, che cerca di dare un profondo taglio filosofico alla faccenda, con qualche punto d’arrivo assolutamente controverso, che spingono le riflessioni molto lontano, per l’appunto oltre i limiti del gioco,
Infine non nascondo che l’oggetto di riflessione dell’Alea mi affascina, tanto che sarebbe mia intenzione continuare a scrutarla, magari sotto altri punti di vista.
Segue questa introduzione il testo del saggio. La mia politica di pubblicazione è dedicata alla massima condivisione dei contenuti artistici e culturali: il testo può essere letto integralmente su questa pagina web, tramite un protocollo d’incorporamento dal mio account di Scribd. Chi lo vuole può scaricarlo al costo poco più che simbolico di 1.00 euro dalla mia pagina sulla piattaforma Ko.Fi, e se qualcuno ritiene valga qualcosa in più, può effettuare una libera donazione per aiutarmi a fare questo lavoro… in tempi non facili.

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