Precisazioni sullo stato legale di questo blog

Scrivo questo intervento allo scopo di chiarire pubblicamente e a favore di chi eventualmente non è a conoscenza di tutte le informazioni, sullo stato legale di questo blog rispetto al diritto internazionale e alla proprietà intellettuale delle aziende TSR (chiusa da tempo), Wizard of the Coast e Hasbro (quest’ultima proprietaria della WotC).

La ragione di queste righe nasce dalla celebre questione della “nuova OGL” che tanto scosse il mondo dei giochi di ruolo legati al sistema D20 e a Dungeons & Dragons all’inizio del 2023: fu un vero dramma finito in farsa – nel senso che, come sapranno molti, la nuova licenza OGL preannunciata dalla Wizard of the Coast, che avrebbe cambiato il mondo di tutti i creatori di GdR che pubblicano legalmente usando le regole base di D&D, non è stata più rilasciata e resa vincolante a causa del maremoto che il solo annuncio provocò. Non vado oltre su questa storia perché il mio blog «Diari di un Avventuriero» non è pubblicato sotto OGL (Open Gaming License) ma in base alle linee di condotta disposte dalla Wizard of the Coast per chi crea contenuti o un sito web in qualità di appassionato dei loro GdR e altri prodotti. È tutto scritto chiaramente (qui) in italiano e potete confrontare quanto disposto dall’azienda con quello presente sul blog.

Qui è tutto in chiaro, accessibile e gratuito: non ci sono recensioni a pagamento o premium di sorta, i pochissimi ed eventuali introiti, hanno per fonte di monetizzazione le pubblicità offerte dalle piattaforme di advertising, che sono considerate legittime dalla licenza a cui si rifanno, o alle donazioni dirette che i visitatori possono conferire, via Paypal oppure attraverso altre piattaforme come Ko-fi o Patreon, anche queste considerate legittime nel loro uso; in particolare sulle pagine di Ko-fi e Patreon non trovate alcun contenuto che non sia già presente totalmente in chiaro sul blog, soprattutto non troverete mai alcun contenuto tutelato dalla I.P. (Intellectual Property) di D&D che può essere scaricato a pagamento. Gli unici contenuti “Premium” sono degli articoli originali scritti da me, che finora non hanno riguardato affatto D&D e neppure il gioco di ruolo in senso stretto. Tutti i «Diari d’Avventura» e gli articoli correlati rientrano in senso “tecnico” e legale nella diaristica autobiografica: racconto qualcosa di me, per inciso le mie sessioni di gioco ai videogame che, in qualità d’esperienza personale sono effettivamente delle vicende uniche e irripetibili – quindi né plagi né plagiabili – oppure scrivo della saggistica, così come viene scritta la recensione di un qualsiasi prodotto o se ne analizzano le caratteristiche, cosa che faccio negli articoli di approfondimento, applicando tutte le regole e le convenzioni usate da secoli dal mondo accademico in tutte le riviste e nelle altre pubblicazioni specializzate e “serie”. Per quanto ne so – ma per ora posso restare con il dubbio – potrei scrivere e pubblicare entrambe le cose e metterle in vendita in qualsiasi formato senza dovermi minimamente preoccupare in termini legali e di proprietà intellettuale, perché andando al nocciolo della questione, sono delle mie esperienze, che siano di gioco o di semplici letture. È vero perché che accanto ai testi ci sono degli estratti di materiale proprietario, ma potrei fare altrimenti?

Ragionando: Scrivo di esperienze personali vissute all’interno di una realtà virtuale, e sarebbe possibile essere comprensibili nel modo più immediato senza un’illustrazione, una cartina geografica dei mondi e delle regioni create per le geografie delle Ambientazioni?

Se si inserisce una di queste come illustrazione in un articolo, è come se si valicasse un confine, e allora aggiungere altre illustrazioni come i ritratti ufficiali dei PnG famosi, dei simboli, delle bandiere o degli stendardi, vedute di città o degli edifici importanti, ai fini legali non c’è più differenza.

Tuttavia ho cercato di fare la differenza per questo aspetto: almeno la metà, se non di più, delle immagini che ho utilizzato, le ho riprese da altri siti web che le avevano già pubblicate prima di me: sono questi siti a essere le mie fonti dirette e sono online da talmente tanti anni, con immagini originali TSR e WoTC, che se fino a ora non hanno ricevuto lamentele da parte dei proprietari, perché dovrebbero lamentarsi con me?

Il resto sono degli estratti di materiale originale: opera mia – ma si tratta di immagini poco numerose, di piccole dimensioni e tutte “manipolate”, ovverosia non fedelmente corrispondenti all’immagine pubblicata; sono, come in certi casi si usa dire, “degradate” rispetto all’originale, non lo rappresentano né rendono l’originale fruibile allo stesso modo. Vi sono però molti screenshot delle sessioni di gioco da me registrate. Su essi ci sono tre caratteristiche da prendere in considerazione: 1) hanno funzione descrittiva e rendono il testo maggiormente intellegibile che li ospita, perché il testo è tratto da un prodotto della TSR (e di altre compagnie), lo screenshot migliora il testo e la “visione” complessiva del lettore sull’argomento – in questo caso gli autori di videogiochi ne traggono persino un vantaggio personale; 2) gli screenshot provengono da un uso perfettamente legale del prodotto (acquistato, oppure ottenuto tramite una licenza libera) e sono il risultato di un uso personale del videogioco, nel senso che i personaggi creati e utilizzati, e tutto quello che aggiungo personalmente oltre il gioco offerto (come i nomi, le storie di background e tutte le interpretazioni) sono opere mie – quindi lo screenshot è pur sempre il risultato di un lavoro di rielaborazione creativa; 3) Poiché uno screenshot altro non è che un fotogramma di un filmato (interattivo), vale lo stesso principio per il quale uno, due, cento o innumerevoli fotogrammi di un’opera audiovisiva non equivalgono mai a fare l’esperienza di visione del filmato da cui provengono.

Come conclusione c’è la questione dei filmati che ho iniziato a pubblicare a partire da una certa data – cioè quando le soluzioni tecniche e legali lo hanno permesso. Come ho appena scritto per inciso, è tutto assolutamente legale in quanto mi appoggio su piattaforme come Youtube e Twicht che hanno da tempo regolamentato lo streaming dei giocatori del settore gaming e hanno stretto accordi commerciali con le industrie proprietarie, offrendo a molti creatori e novelli “agenti di spettacolo” di trovare una nicchia in qualche caso relativamente redditizia – mentre io rimarrò un amatore qualsiasi.