La Storia di Hillsfar: le fonti e i modelli

Ricostruire la storia della città di Hillsfar…

in questo articolo tratterò degli anni dalla sua fondazione fino al 1357 CV, che rappresenta il “punto di partenza” dell’Ambientazione dei Reami e anche l’anno in cui le avventure che si giocano nel Videogame Hillsfar

…è interessante per almeno tre diversi aspetti.

  In primo luogo possiamo capire nel dettaglio la struttura storica della regione, anzi delle diverse regioni che si trovano intorno a questa città-Stato, le quali posseggono un certo grado di complessità, prodotto di un’opera di speculazione estremamente accurato.

  Procedendo per gradi, come già ho descritto in un altro articolo, la zona del Mare della Luna, cioè le sue coste, è caratterizzata dalla presenza assoluta di città-Stato, tutte indipendenti l’una dall’altra, salvo qualche periodo in via eccezionale, tutte con il controllo diretto di una certa fetta di territorio costiero e altro nell’entroterra. Con l’aggiunta non secondaria che riguarda la composizione etnica della popolazione delle città, la quale è rappresentata nella maggioranza dominante come umana, salvo pochissime altre eccezioni, questa prima panoramica rende come la migliore definizione per queste città il termine “Signorie”, benché con l’uso di tale termine non si intende dire che tutte le città-Stato del Mare della Luna hanno una forma di governo così omogenea (è vero l’esatto contrario), piuttosto voglio così gettare un parallelo tra la situazione del «Moonsea» nel XIV secolo CV e la storia reale dell’Europa tra Tardo Medioevo ed Età del Rinascimento, in cui cui ci sono alcuni punti di affinità tra i due periodi storici.

Il modello Signorile

  La forma della città-Stato è una “soluzione” organizzativa antichissima delle società dal governo indipendente, prima dei grandi imperi dell’Antichità reale in Egitto, in Mesopotamia, nelle regioni tra queste due e nell’Anatolia, le città furono fondante migliaia di anni prima di Cristo sulla base di cause e precondizioni ormai ben acclarate dagli studi storici. Ma visto lo “stile di vita” proposto per i Reami nella regione del Mar della Luna, il periodo delle «Signorie» del Tardo Medioevo e del Rinascimento, si presta meglio per il parallelo. Nella nostra storia le Signorie rappresentano un momento intermedio dell’organizzazione sociale delle città dell’Italia centro-settentrionale e di altre regioni europee, compreso tra il periodo dei “liberi Comuni” e quello dello sviluppo delle entità statali territoriali, regionali per l’Italia, parzialmente per la Germania, a scala nazionale altrove.

  L’uso del termine «Signoria» si presta perfettamente qui, e in special modo per il caso di “Colsfar”, perché fu usato dagli storici per indicare quelle città-Stato nelle quali, all’interno delle loro mura una famiglia in particolare si impose (i Medici a Firenze) come reggente del governo reale della città senza avere un vero e proprio titolo nobiliare e senza un riconoscimento formale. Proprio per questa ragione le Signorie rappresentarono un momento politico “intermedio”, perché con l’ascesa e consolidamento di una famiglia in posizione dominante in una città, c’erano ancora meno ragioni del solito per abbattere le istituzioni preesistenti, anzi era persino sconsigliato; al tempo stesso, diventare signori di una città non disintegrava all’istante tutto il fitto tessuto delle altre famiglie importanti, che non si dissolveva affatto; così le Signorie si configuravano piuttosto come oligarchie ristrette a pochi nuclei di ceto alto e con una inalterata continuità delle istituzioni civiche a stampo più o meno repubblicano, fin quando, come accadde in molti casi storici, una sola famiglia prevalse su tutte le altre trasformando lo statuto della città stessa per finire con l’ottenere un titolo nobiliare da usare per definire il loro dominio in termini territoriali, che comprendeva una città e fette di terre fuori da questa più o meno estese. Tuttavia vanno ricordati anche altri avvenimenti che portarono alla nascita di alcune Signorie, fatti storici dalle cause a volte altrettanto complesse ma dallo svolgimento repentino e con alcuni aspetti celebrati come eroici o avventurosi; sono stati quei casi in cui un solo uomo alla testa di un esercito riuscì a prendere il controllo di una città, sfruttando la forza di una potenza militare che nessuno poteva fronteggiare – in certo qual modo il caso di Hillsfar rientra quasi perfettamente tra questi. Si trattò quasi sempre di capitani d’arme mercenari capaci di sfruttare una qualche situazione molto instabile causata da feroci lotte intestine, così da portare “ordine” alle città, instaurando una specie di dittatura militare. 

  Nella fase di transizione «signorile» (che non era affatto predeterminata), le istituzioni cittadine erano del tutto svuotate di senso, rappresentanza e funzioni, nonché di potere effettivo, e alcune città-Stato del Mare della Luna rispondono perfettamente a questo modello, primo perché sono tutte città nelle quali non si ritrova un genere di “nobiltà” propriamente detta, come invece altrove nel Faerûn si sono sviluppate; esistono sì delle famiglie più importanti di altre, fino a poter segnalare alcune aristocrazie; tuttavia la loro discendenza e provenienza sono quasi esclusivamente quelle di “uomini comuni” e non quelle di antiche dinastie nobiliari.

L’applicazione del modello

  Tuttavia bisogna porre alcune importanti distinzioni per non compiere errori nell’applicazione del modello. Va considerato che il bacino del Mare della Luna è molto diverso da quello del Mar Mediterraneo che è stato il più interessato dal fenomeno Signorile. Infatti nella storia d’Europa, prima delle Signorie, nell’Italia centrosettentrionale, e a salire verso nord anche altrove, furono le singole città, che tornando a essere luoghi di assembramento della popolazione vivaci e importanti, per cosi dire rivollero i loro antichi ruoli di soggetti autonomi e indipendenti rispetto ai poteri centrali, posti fuori di esse geograficamente e politicamente. In altre parole il Medioevo europeo conobbe un periodo lungo diversi secoli nel quale le antiche Civitas romane, dopo aver perso molti dei loro antichi punti di forza, finirono per essere completamente sottomesse all’autorità di nobili di origine feudale, solitamente di stirpe germanica o altra “barbarica”, che nella maggior parte dei casi vivevano in un castello isolato, anche abbastanza distante dalla città sulla quale tuttavia avevano assoluto dominio su ogni aspetto: tasse, leggi, giudizio sulle controversie, mantenimento dell’ordine e della giustizia. Oppure, nel caso non vi fossero nobili vassalli di un re, la città era sotto la tutela del suo vescovo, che per quanto (ma non sempre) espressione dei ceti urbani era nominato dal papa di Roma, così come il feudatario del castello ereditario, eletto da un’assemblea di «ottimati» pari suoi o nominato dal re o dall’imperatore; comunque fosse ciò non garantiva, anzi negava, che le città e il popolo che ci viveva dentro potessero avere la propria autonomia politica. 

  All’autonomia prima e all’indipendenza totale o quasi, molte città vi pervennero attraverso lotte e accordi politici, avvenimenti che si trovarono tutti sotto il segno di un evento storico ancora più importante: la perdita di potere di una grande autorità universale, in particolare quella del Sacro Romano Impero tedesco per quanto riguardò l’Europa. Per il Mare della Luna sostenere una tesi che dice: il fenomeno delle città-Stato in questa regione fu permesso dalla dissoluzione di un grande impero, è molto difficile. È vero che il regno elfico nella foresta di Cormanthor ebbe il suo peso cruciale fino a dieci secoli prima dell’epoca qui trattata, quando Myth Drannor era la capitale del più importante impero della regione, ma la celebre caduta della capitale degli elfi, avvenuta nel 714 CV, non significò la scomparsa di un regno elfico nella zona: la Corte Elfica (Elf Court) nel XIV secolo CV è ancora forte e presente, e solo proprio in quel momento avviene, praticamente di colpo, la Ritirata degli elfi, con i suo evidenti effetti sulla demografia del Faerûn. 

  Quindi sarebbe un errore molto banale e grave pensare che lo sviluppo delle città del Mare della Luna sia stato effetto di un supposto e ipotetico “tramonto di un impero” invece mai avvenuto. La caduta di Myth Drannor non fu il crollo del regno elfico, ma un certo tipo di distruzione di una ben particolare città degli elfi, contraddistinta dal termine Myth, che venne abbandonata dal suo popolo, con la sua struttura di Architettura Magica abbandonata allo stesso modo, così come molte altre antiche città degli elfi, anche loro con il nome introdotto dal termine Myth, sono scomparse per differenti cause e mai più ricostruite. Per il resto, a parte che i Tel Quessir avevano molti altri interessi rispetto al fare del dominio sul Mare della Luna uno dei loro obiettivi principali, credo che siano state le distanze terrestri e la gran massa d’acqua a permettere lo sviluppo di numerose comunità indipendenti. Infatti, per delle popolazioni umane un mare, interno o aperto ad altri bacini od oceani, rappresenta sempre una grande risorsa; non solo spinge a sviluppare delle forme di trasporto e di viaggio più veloci e convenienti rispetto alle vie di terra – fatto che di per sé promuoverebbe l’unificazione delle comunità piuttosto la loro frammentazione – ma prima dello sviluppo delle tecniche di navigazione, quasi sempre la risorsa rappresentata da una grandi quantità d’acqua permette uno sviluppo più rapido e vivace delle comunità nel loro ristretto raggio, naturalmente sorgendo nell’indipendenza del loro villaggio di primo insediamento si sviluppa senz’altro una forte gelosia per il loro stato di uomini liberi, e altrimenti, delle situazioni diverse sono molto difficili da immaginare.  

  Tuttavia un effetto del dominio degli elfi prima della colonizzazione del Mare della Luna, poteva essere rappresentata dalla loro avarizia e parsimonia nel concedere ben poco agli uomini in termini di territorio e di libertà d’azione nelle zone più prossime ai loro insediamenti, da intendere come sfruttamento delle risorse naturali (che in prima istanza doveva risolversi nell’abbattimento delle foreste). Probabilmente ciò fece sì che le terre del Mare della Luna fossero considerate come una sorta di frontiera, naturale sulle sponde del Settentrione in quanto oltre quelle si aprivano vasti spazi nordici selvaggi, e politica ed economica nella sua retta trasversale, dove la massa d’acqua divideva popoli, culture e Stati molto diversi tra loro, a volte in rapporti di inimiciza e conflitto.

I documenti diretti su Hillsfar (o Colsfar)

  Hillsfar in questo quadro vasto e complesso si scopre essere una città diversa dalle altre più comuni città della regione.

  Il suo anno di fondazione si far risalire con precisione al 673 CV con la sua denominazione che merita un approfondimento. Hillsfar è la città più vicina alla grande foresta del Cormanthor, e venne costruita durante gli anni d’oro di Myth Drannor, proprio su impulso del popolo elfico e dei numerosi mezz’elfi divenuti un gruppo di considerevole dimensione durante i secoli, attraverso le unioni miste. Il Settimo secolo del Calendario delle Valli va considerato come un momento di lunghissimo splendore per la capitale elfica nella regione, la quale, in verità, non fu affatto un regno insulare, come a molti potrebbe apparire; in realtà prima della sua caduta Myth Drannor era una città cosmopolita che ospitava ogni genere di rappresentante dei popoli civilizzati, uomini e nani in primo luogo erano le sue “minoranze”. La fondazione della città di Hillsfar avvenne ufficialmente per questioni di commercio, e per questa ragione come sito di edificazione originario risultò un punto distante da quello di una baia d’approdo sul Mare della Luna, allora chiamata “Sterile”. Ma gli abitanti di Myth Drannor dovevano avere altri progetti per quel posto improntato a creare un punto di scambio e di incontro con i clan dei nani della Scarpata – una nazione di nani d’oro del lontano Sud. In particolare, per ragioni diplomatiche, come nome di battesimo per l’insediamento o avamposto di frontiera, fu scelto il nome di uno dei clan nanici con cui i drannoriani commerciavano: i Safar, ed essendo l’insediamento in collina, questo venne chiamato «Colle dei Safar» per molto tempo, finché gli epocali sconvolgimenti storici non tagliarono il cordone ombelicale con le più antiche tradizioni, e per semplificazione (credo linguistica) la città divenne Colsfar, cioè Hillsfar. 

  Esistettero altre ragioni per una emigrazione di popolazione di una certa consistenza da Myth Drannor a una nuova città. Senza dubbio la capitale di un regno all’apice della sua potenza conosce come effetti collaterali un certo livello di sovrappopolazione che ha altre ricadute negative: disoccupazione, affollamento, difficoltà di ordine e di amministrazione di varia natura, tensioni interne tra i cittadini che si diversificano tra loro per tenore di vita tra ricchi e poveri (relativamente o in termini assoluti) e anche le differenze etniche rientrano sempre nella definizione complessiva di quadro di “crisi prolungata”. Nel nostro caso vi furono alcuni artigiani nani da tempo residenti a Myth Drannor che lamentavano scarse opportunità di lavoro, e anche se non citate dalle fonti, vanno presi in considerazione i mezz’elfi in cerca di una dimensione più libera e prospera per le loro esistenze. Infine, seppure il regno elfico di Myth Drannor nel 670 CV non sembrava interessato a un vera espansione territoriale, posizionare una comunità-presidio oltre i suoi confini era importante, per controllare nemici storici come i drow, ma anche per tenere d’occhio la Cripta di Moander, a pochi chilometri di distanza da Hillsfar, cioè sotto la città di Yûlash.

  Le fonti su Hillsfar (in particolare la Great History of the Realms) si prendono cura direttamente della storia delle città nei suoi primissimi periodi in modo molto sintetico, prima segnalando che nel 679 CV, in modo praticamente inevitabile per un abitato appena costruito, subì una rovinosa invasione da parte di umanoidi e poi (nel 680) giunsero altri gruppi di costruttori da Myth Drannor per procedere alla necessaria messa in sicurezza dell’insediamento con l’erezione di una cinta muraria fortificata. 

Le fonti indirette

  Dopo questa notizia di tipo annalistico, la «Storia dei Forgotten Realms» (mai tradotta in italiano) propone un caso probabilmente ripetuto anche per altri luoghi o paesi: da quell’anno in poi, salvo pochissime e stringatissime informazioni, non ci saranno più notizie dirette sulla città di Hillsfar, nonostante i quasi settecento anni di storia che da allora trascorreranno fino all’«anno Zero» dell’Ambientazione. Piuttosto di un disinteresse o di una «irrilevanza» della città (tutt’altro che vero) è proprio come se in questo caso la storia fosse stata tramata come una ragnatela dove i suoi “fili” sono le notizie di prima mano, esplicite e dirette, ma anche gli spazi tra un filo e l’altro sono parte della storia, e non soltanto dei buchi vuoti, perciò, attraverso il «reverse engineering», è possibile ricostruire anche con un certa precisione di dettaglio la storia, o le storie, di quei luoghi che sembrano trascurati dagli autori, ma in realtà sono stati scenario centrale o hanno avuto dei protagonisti importanti negli eventi, soltanto che, nella loro cementificazione storica non si trova nulla di preciso, a volte esclusivamente un coinvolgimento del luogo in questione, come per esempio Hillsfar, ma senza entrare nei dettagli, neppure quelli importanti. È certamente un modo di comporre la storia che lascia al dungeon master la libertà di riempire questi vuoti, e anche (perché no?, oppure, “e ovviamente”) da parte dei giocatori che possono partire dallo stesso livello di informazioni, che poi sono quelle “nulle” e inserirsi nella storia del Faerûn.

  In questo senso, la storia di Colle dei Safar, poi Colsfar o Hillsfar, può sembrare essere stata dominata dall’influenza di Myth Drannor in modo determinante; così tanto che dopo la caduta della città e del suo regno, Hillsfar entrò in una lunga fase di decadenza generale; questo viene riportato da un documento scritto a Phlan da un suo cittadino, secondo il quale prima del Decimo secolo del Calendario delle Valli, Phlan fu un centro di attrazione per emigranti da Hillsfar durante quel periodo. Ma le cose non stavano esattamente in questi termini. O meglio: non credo sia questo il caso di invalidare la fonte proveniente da Phlan, nonostante la fama non propriamente cristallina della gente di quella città, perché, in primo luogo, l’ormai famosa “caduta” di Myth Drannor, causata da un’invasione di demoni dal loro Piano originario, vide poi il dilagare di questi esseri vincitori per molti chilometri di territorio, portando alla conseguenza di un periodo di spopolamento umano fino al regno del Sembia. Tuttavia esiste una’altra fonte molto più autorevole che all’altezza storica dell’Anno del Principe (1375 CV) ci descrive in dettaglio l’organizzazione politica di Hillsfar prima che fosse rovesciata dal mago Maalthiir. Elmister scrive (riportato nella Prima Edizione dell’Ambientazione dei Reami Perduti) che la città fu governata da un consiglio di natura triangolare: uomini, mezz’elfi e rappresentanti di Corte Elfica. Questo rispecchierebbe in modo chiaro l’aspetto più importante della città: avere una delle più altre concentrazioni di mezz’elfi (forse di tutto il Faerûn) e ribadiva quel legame con l’antico regno degli elfi nella foresta poco distante dalla sua cinta muraria. Quindi nonostante degli sconvolgimenti e che fosse trascorsa una gran porzione di «inverni», fino a pochi anni prima dell’inizio dei “nostri tempi” si può dire che la situazione restava inalterata, senza negare che vi possano essere stati periodi amari, di crisi e di emigrazione (se non fuga) dalla città, in particolare di uomini e di mezz’elfi. Tuttavia qui è da evitare un secondo grossolano errore, cioè pensare che a Hillsfar vi fosse anche un nutrita popolazione di elfi, tra l’altro mai citata in nessuna fonte. In verità io credo che restando fedeli ad alcune delle ragioni di fondazione della città, tra cui dare ai mezz’elfi un luogo dove vivere meglio le loro nature miste, gli elfi non risiedessero in questa città se non in numero trascurabile, e la loro presenza nel consiglio cittadino era un dato di tradizione e controllo politico, sul quale forse le ragioni strategiche avrebbero progressivamente perso la presa fino a scomparire del tutto.

  Difatti il sistema politico di Hillsfar si squadernò fino a essere lo scenario di una “rivoluzione”, esattamente quando gli elfi stessi ebbero come primo punto della loro agenda la Ritirata, che inutilmente sottolineato, non contemplava in nessun modo la città sulla quale possedevano una specie di pacchetto azionario. Gli elfi semplicemente se ne andarono lasciando Colsfar e i colsfariani ai loro affari. Probabilmente la partenza degli elfi fu l’innesco di una situazione nella quale gli equilibri politici si ruppero ed emersero allo scoperto quei giochi di lunga durata o di instaurazione recente che vedevano un gran numero, se non tutti, di rappresentanti del consiglio cittadino fortemente influenzati da qualche potere o personaggio esterno, cioè da parte di una qualche città od organizzazione del Mare della Luna, fino al colpo di mano di Maalthiir che, a quanto risulta, ebbe almeno il merito di imporre qualcosa del tutto nuovo sull’intero panorama regionale; ma ora il punto da capire, almeno a grandi linee, è quali “potenze” poterono influenzare Hillsfar, e quale influenza la città poté vantare sulla regione nel periodo che va dalla caduta di Myht Drannor alla sua “rivoluzione”.

Rocca Zhentil

  In base alla nota attribuita a Elminster (Forgotten Realms Boxed Set, 1st edition), i poteri stranieri con le mani sui membri del consiglio (e i membri di questo consiglio con le loro mani nelle borse degli stranieri) erano Rocca Zhentil, Mulmasetr, Valcicatrice (Scardale), i drow, il Culto del Drago e alcuni di questi pagavano a loro insaputa, la stessa fazione più di una volta; ma a quattro secoli dalla caduta di Myth Drannor, va data un’importanza particolare all’ascesa di Rocca Zhentil. Fondata nel 604 CV, proprio all’inizio del 900 CV – come la fonte prima citata riporta con più precisione e maggiori dettagli – iniziò una massiccia politica di imperialismo espansionista a danno delle città della costa settentrionale del Mar della Luna, Phlan e Melvaunt, fino a ottenere la loro sottomissione politica ed economica con il Trattato della Ride del 906 CV. Questi avvenimenti bellici, sono stati caratterizzati anche da una forte presenza del clero devoto a Bane, di cui prima di allora non se ne erano mai visti in azione come unità militari, o perlomeno non se ne trovò prima traccia nella storia degli uomini della Rocca grazie al quale riuscì nel suo sviluppo in quell’«angolo» strategico del Mare della Luna a contatto con l’entroterra delle Valli, la foresta degli elfi e tutte la altre vie di comunicazione d’acqua. Su questo avvenimento, decisivo per i secoli più importanti dei Forgotten Realms-Ambientazione, la città di Hillsfar non sembrò poter giocare alcun ruolo di opposizione né di continuare l’”indirizzo etico” in politica degli elfi contro le cosiddette “forze del male” – ammesso vi fosse interesse o necessità – e neppure per far valere il suo ruolo di città edificata molto tempo prima, e quindi per competere come centro egemone sullo spicchio di nord ovest del Mare della Luna, dove l’altrettanto famosa città di Yûlash (ma ben più sfortunata) si trovava a metà strada tra le due.

Sembia

  Tuttavia prima dell’ascesa di Rocca Zhentil in qualità di potenza regionale acquisita con la conquista di una posizione di cruciale rilevanza nella storia a segue, le spinte “destabilizzanti” provennero dal punto geografico diametralmente opposto, cioè dal regno di Sembia. Con un progresso lento e graduale queste spinte finirono con il premere con maggiore insistenza tra il IX e il X secolo CV.

Secondo la prima edizione dell’Ambientazione Forgotten Realms (1987, quindi ancora con molte lacune da colmare tramite il materiale pubblicato successivamente) fu l’attività industriale e commerciale del Sembia a creare un momento di forte attrito tra gli elfi di Cormanthyr e gli uomini, quando questi ultimi posero a rischio l’esistenza delle foreste che risalivano da sud verso il Mare della Luna, aggredite sempre più violentemente anno dopo anno dai taglialegna che raccoglievano in grandissime quantità il legno degli alberi iliyr, apprezzatissimo per la costruzione delle navi.

  Questa situazione portò gli elfi contro gli uomini del Sembia in un conflitto aperto alla fine del XI secolo CV, quando Hillsfar era già da tempo una città stabilita solidamente. Nell’884 CV gli elfi batterono l’esercito del Sembia nella Battaglia delle Frecce Sonanti, e furono respinti a sud verso i loro confini “naturali”. Ma questa vittoria, in realtà, fu solo un momento in cui gli elfi riuscirono ad allentare la presa degli uomini intorno alle loro terre e a ritardare di un poco un accerchiamento soffocante. 

  Agli inizi del Decimo secolo CV e nel successivo, a nord della Corte Elfica, in particolare sulle montagne che si alzavano oltre le coste settentrionali del Mar della Luna, altri uomini diedero vita a un’intensa attività di estrazione mineraria, una fonte di ricchezza e di opportunità irrinunciabili per i sembiani, la cui ragione d’essere in quanto nazione, il commercio, non poteva permettere che quel flusso di materie e di beni economici prendessero una via lontana dal loro territorio. Per il Sembia, una via commerciale che potesse connettere il suo territorio con le miniere divenne un’urgenza di primo piano, e data la posizione del Sembia, li obbligava a una via terrestre con il tracciato che passasse per le terre degli elfi.

 Rauthauvyr “il Corvo”, allora re del Sembia (sebbene più come un alto magistrato che come un regnante in senso proprio), prese l’incarico di stipulare un trattato con Corte Elfica su quest’opera, e vi riuscì, divenendo così una delle figure storiche più importanti del Sembia. L’impresa di Rauthauvyr non brillò affatto per moralità (e ancora meno per eroismo), fu invece una fine e spietata operazione diplomatica, giocata senza scrupolo alcuno. Sulle prime, si recò in visita ufficiale dagli anziani degli elfi portando loro la richiesta della costruzione di questa lunga strada commerciale, che doveva passare per le loro foreste, lasciando a loro tutte le decisioni del caso, fino all’ultimo albero che dovesse essere abbattuto e quello invece da preservare; offrì anche una collaborazione piena e totale nelle opere di costruzione. Ma gli elfi rifiutarono, forse inspiegabilmente per gli uomini di Sembia, anche perché c’erano già stati degli accordi dello stesso genere tra gli elfi e altri uomini; ma è probabile che i sembiani speravano di poter essere considerati al di sopra delle loro reali possibilità dagli elfi, dopo aver subito una grave sconfitta proprio da loro, avevano riaperto i rapporti diplomatici proponendogli un progetto su una “cosa” che agli elfi non interessava affatto e dalla quale non avrebbero tratto alcun beneficio.

  Di fronte al rifiuto Raythuvyr detto (e poi celebrato) come «il Corvo», dimostrò tutta la sua spietatezza in politica. A quei tempi in Sembia vivevano nell’enclave di Arnothoi una tribù di elfi del sole come i Cormanthyriani. Il re del Sembia minacciò il loro sterminio in caso di un altro rifiuto sul progetto della strada. Davanti al ricatto Corte Elfica cedette e stipulò un trattato nel quale si fissò il tracciato della strada che collegava il regno meridionale del Sembia alle sponde nord ovest del Mare della Luna. Questa strada ancora esiste ed è utilizzata anche da molti avventurieri (e giocatori) nelle loro Campagne, così come l’ho imboccata più volte io stesso nelle passate avventure attraverso i videogiochi. Il tracciato si inoltra un poco all’interno dei boschi, tocca la Pietra Eretta come un simbolico punto di passaggio rituale e passa ai piedi della collina di Hillsfar. Senza dubbio questa strada ebbe anche l’effetto di aiutare la ripresa della città dopo uno dei suoi periodi più difficili circa quattrocento anni prima dell’ascesa di Maalthiir.

L’acquisizione di un ruolo importante di Hillsfar, ma nascosto nella “storia ufficiale”

  Di seguito, quello che è possibile ricostruire dall’inizio del X secolo alla seconda metà del XIII CV, cioè circa cento anni prima del punto di partenza dell’Ambientazione, sembra vedere Rocca Zhentil molto impegnata verso est, contro la sua vicina confinante Phlan, ma sembra riuscire a imporsi progressivamente come, e in qualche modo, egemone su una porzione di territorio importante. Nel 1276 CV alcuni documenti riportano senza lasciare spazio a dubbi, che Rocca Zhentil era in grado di proporsi come un luogo di potere del Mare della Luna in grado di proporre e coordinare sforzi comuni tra molte altre città-Stato della regione. Per la precisione, la rivendicazione e la rimessa in operatività della Cittadella del Corvo, una ben nota fortificazione a vallo, o a muraglia, che collegava tra loro diversi presidi di guardia e costituiva da secoli un confine fortificato con le terre settentrionali, ricolme di popoli e razze razziatrici. Alla fine del XIII secolo CV, la Cittadella del Corvo era abbandonata dagli uomini del Mar della Luna, e perciò andata in rovina, occupata e infestata da umanoidi e mostri.

  Rocca Zhentil riuscì a creare tra nove città del Mar della Luna, da Mulmaster a Voonlar, un accordo, per un’operazione comune di recupero e ristrutturazione del complesso fortificato con il fine di reinsediarsi. Questo avvenimento documentato è importante per due dettagli, secondari rispetto alla spedizione ma determinanti per leggere la storia. In primo luogo viene detto che pochi giorni prima della spedizione Rocca Zhentil giunse a un accordo con Yûlash con il quale su concedeva il ritorno all’indipendenza di questa seconda città; quindi si chiarisce che la potenza militare della Rocca.

  Quindi la politica di espansione militare e politica della Rocca andava in ogni direzione possibile e aveva colpito Yûlash in un periodo molto precedente alla sua rovina praticamente definitiva nel secolo seguente. Ma se Yûlash, così messa, appare essere una città di secondo piano nella regione del Mare della Luna, forse Hillsfar poté godere di un prestigio molto superiore rispetto alla vicina. Infatti la seconda preziosa informazione contenuta nella ricostruzione storica del 1276 CV, riporta che il comando del contingente e delle operazioni presso la Cittadella del Corvo fu messo in mano a Hillsfar stessa – e ai suoi uomini e governo. Quindi seppure mancano informazioni chiare e precise sul rapporto politico tra Rocca Zhentil e Colsfar, quest’ultima città non appare affatto morta in questi secoli. 

  Io sono convinto un’influenza persino consistente, e forse determinante per certi aspetti e in certi momenti, di Rocca Zhentil su Hillsfar esistette certamente, forse superiore a quella di altri poteri della regione, anche se è molto complicato stabilire le dinamiche; per esempio appare chiaro che Rocca Zhentil avesse un suo “modello” preciso per gestire le relazioni con le città e gli Stati vicini; un modello molto complesso ed elaborato a causa della Rete Nera Zhentarim, costituita come un’associazione segreta a stampo criminale, commerciale e militare, la quale pur tenendo con mano salda il potere sulla sua città, deteneva questo in via sotterranea, lasciando ad altre istituzioni ufficiali da loro controllate la normale gestione degli affari pubblici. Inoltre c’era nella Rocca la presenza di una Chiesa di Bane seconda per grandezza e potenza solo a quella di Mulmaster, e perfettamente integrata nella Rete Nera. Quindi se è vero che in certi avvenimenti storici, come contro Phlan, ci fu un’azione militare di conquista diretta, è probabile che nei confronti di Hillsfar la politica doveva essere per forza di cose diversa. Appurato che la città in oggetto non ebbe mai un vero e proprio periodo di rovina e decadenza, allora va valutata esattamente all’opposto: edificata da elfi e mezz’elfi, Hillsfar senza dubbio alcuno era una città popolata da gruppi di individui di un «Livello» superiore a quella dei comuni umani che colonizzarono le altre coste e costruirono altre città; personaggi dalla vita media molto più lunga, con potere e ricchezze superiori e con, in ultima istanza, quel legame diretto, quasi di coabitazione e co-governo con Corte Elfica, che imponeva cautela e precauzioni in primo luogo, aggiungendo che durante il Volo dei Draghi i maghi della città riuscirono ad abbattere un dragone di enormi dimensioni (e potere), si deve arrivare alla conclusione per la quale, mantenendo come esatta la visione degli Zhentilar in qualità di potere egemone sulla regione fino alla fine del XIII secolo CV, la notizia che durante l’impresa di “ristrutturazione” della Cittadella del Corvo il comando sul campo venne affidato a Hillsfar pare assumere un significato capace di sistemare in modo chiaro e definitivo la posizione politica della città: fu un’alleata di Rocca Zhentil.

Questa interpretazione può essere confermata da un documento del 1297 CV, una lettera-manifesto scritta dal nobile di Yûlash: Amanritar Evarlanv. In questa, in qualità di superstite fuggitivo di una famiglia vittima di torbidi interni nella città, accusa di vari crimini intollerabili molti suoi concittadini avversari della sua famiglia, e soprattutto li accusa di essere in diversa misura manipolati, o venduti o sottomessi ad agenti esterni una volta ancora di Zhentil Keep e di Hillsfar. In tale quadro da cronaca su lotte intestine urbane da Basso Medioevo (Firenze, Venezia ecc.), stabilire se quelle due città poste agli estremi latitudinari di Yûlash fossero alleate o avversarie in competizione, in base alla lettera della notizia è molto incerto, seppure un’alleanza diplomatica non esclude una competizione su certi fronti, così come entrambe le città potevano persino coordinarsi nelle loro congiure a Yûlash per ottenere esattamente l’effetto di far implodere la città con i complotti interni; ma infine si può anche pensare a Colsfar che prova a scrollarsi di dosso l’ombra della Rocca e a guerreggiare con essa per ottenere un ruolo del tutto indipendente. In ogni caso una situazione di sudditanza di Hillsfar ai signori della Rete Nera è da escludere categoricamente.

  Dieci anni dopo, nel 1306 CV, l’anno del famoso e rovinoso Volo dei Draghi, si ha la definitiva conferma del ruolo di Colsfar nell’essere, credo da molto tempo, a fianco di Rocca Zhentil su alcune questioni importanti; troviamo infatti le due città unite con Phlan e con il regno di Sembia, andare in guerra nel Mare della Luna per arrecare una terribile sconfitta a Mulmaster, che stava tentando un’espansione – questa operazione militare viene messa in atto dopo che nello stesso anno Mulmaster aveva sconfitto Helburg e Sulasspryn. Successivamente si ha un vuoto di notizie per cinquant’anni circa, ma se nel 1354 il mago Maalthiir riesce a diventare il signore della città, questo significa che nessuno aveva influenza diretta su Hillsfar.

La novità assoluta di Maalthiir

  Siamo ormai giunti al “presente” per quello che riguarda questo blog dedicato a D&D e ai suoi videogiochi degli anni Novanta, sul quale è importante sottolineare che la conquista del mago mercante rappresentò una novità assoluta in tutta la regione perché per la prima volta in secoli, in un ventaglio di una dozzina di diverse città, il potere politico fu nelle mani di un solo individuo, quasi come un sovrano assoluto (o un tiranno), ma soprattutto, questo fu il primo governo ella storia del Mare della Luna completamente indipendente, nel senso che Maalthiir non rispondeva a nessun tipo di vincolo esterno o interno, e faceva letteralmente qualsiasi cosa voleva senza limite alcuno. Una situazione senza dubbio pericolosa per tanti, perché essendo senza precedenti e punti fissi, risultava del tutto imprevedibile. È quindi noto il cambio di politica di Colsfar, con Maalthiir che inizia una linea di espansione militare, forte dell’appoggio della compagnia mercenaria dei Pennacchi Rossi. Il progetto li porterà a scontrarsi direttamente nel 1357 CV sul campo di battaglia di Yûlash, e va tuttavia aggiunto che il conflitto sembrò nascere progressivamente: la città era stata devastata dal Volo dei Draghi ma non era del tutto abbandonata, secondo la «Grande storia dei Reami»; infatti viene citato lo scoppio di una guerra civile a Yulash nel 1355 CV sulla quale Colsfar e la Rocca intervennero con delle truppe (presumibilmente) per sedarla e controllarla, ma il 1355 CV fu anche l’anno in cui Rocca Zhentil occupò integralmente la Cittadella del corvo espellendo con una combinazione di corruzione, minacce, intimidazione e dimostrazioni di potenza, tutte le altre guarnigioni presenti, offrendo così il pretesto per una guerra da parte di Colsfar che si trovò spogliata del suo ruolo di coordinamento. Il conflitto troverà il suo apice nel 1357 CV (l’anno corrente “in gioco”), dopo che Maalthiir ebbe rovesciato completamente il consiglio di Hillsfar e preso il potere assoluto. Nei primi mesi del 1357 la situazione arrideva a Hillsfar che aveva ricacciato Rocca Zhentil verso Voonlar, ma nel mese di Uktor di quell’anno (novembre), Rocca Zhentil aveva portato un contrattacco vincente grazie anche alla sorpresa causata dagli inaspettati avvenimenti magici, ormai ben conosciuti si queste pagine e legati all’Abominazione di Moander.