Curse of the Azure Bonds: “Sono io il vostro ultimo padrone e io sono Tyrathraxus!”

  Ho raccolto in questa tappa ripetuta per la seconda volta una Pietra Ioun rosso sangue e un paio di Guanti della Manolesta (of thievery); per saperne in dettaglio sulle loro qualità credo dovrei consultare qualche manuale di Advanced Dungeons & Dragons per la versione Tabletop, ma fondamentalmente in questo momento non mi interessa per nulla, voglio solo lasciare Hillsfar, tornare alle Pietre Erette e sentirmi dire dal vecchio malefico…

  Voglio spaventarmi guardando il suo volto sinora nascosto dal cappuccio, e capire chi è veramente lui: Tyranthraxus.

  E dopo questo, tutto sembra essere tornato come prima? Assolutamente no. Basta lasciare le Pietre Erette per scoprire che ho una nuova opzione su dove far dirigere il gruppo, il ben conosciuto sito di Myth Drannor, che è una specie di “Siberia” – cioè tutti sanno dove sta, ma pochissimi hanno la voglia e il coraggio di andarci. Sarebbe una città, oppure quanto resta di un’antica capitale del regno elfico scomparso circa 1000 anni prima questi fatti. Su questo posto girano tutta una serie di storie: fantasmi, non morti, demoni e cose ancora peggiori a infestare. I più dotti dei Reami sanno meglio che Myth Drannor andò in rovina a causa di antiche guerre combattute dagli elfi contro esseri interplanari, e il guaio è che questo luogo resta tuttora un crocevia del Multiverso. Quale posto migliore per Tyranthraxus dopo essere stato sfrattato da Phlan?

  Il mio gruppo non ha scelta, e credo francamente che tutti i miei PG possono sentirsi pronti, preparati e determinati affrontare la sfida; così finalmente vado in direzione di questo luogo leggendario del Faerûn mentre incontro due figure a cavallo.

  “Nacacia” mi dice qualcosa… ma sono troppo eccitato per fermarmi a cercare su qualche testo.