Curse of the Azure Bonds: epilogo e retrospettiva

  Anche se ho scritto diffusamente in quali modi si può vincere la battaglia contro Tyranthraxus e così portare a termine Curse of the Azure Bonds, nell’ultimo articolo è restato fuori un corposo e interessante argomento. Uno degli aspetti più particolari di questo videogioco del 1989 è la sua durata, come per Pool of Radiance. È possibile porre una differenza tra i due titoli: oggettivamente Pool of Radiance offre una trama molto più articolata che si suddivide in una dozzina di missioni in totale, ciascuna diversa, e solo verso il finale dell’avventura queste manifestano una certa concatenazione, in particolare quando si scopre che Porfirio Cadorna è un traditore di Nuova Phlan e agente segreto di Tyranthraxus, e che ha tentato di eliminare gli eroi del gioco quando iniziarono a diventare più forti e minacciosi per il grande cattivo dell’avventura.  Curse of the Azure Bonds invece possiede sei fasi molto più lineari: il risveglio a Tilverton e la fuga dalla città dopo aver combattuto i Pugnali di Fuoco, poi seguono tutte le “missioni” ordinate da Tyranthraxus alla Pietra Eretta, le quali consistono nel viaggiare tra le Valli, la foresta di Cormanthor e le sponde orientali del Mar della Luna per sconfiggere altri tre dei cinque componenti della Nuova Alleanza, per arrivare infine a Myth Drannor e confrontarsi con Tyranthraxus.

  La trama di questo secondo gioco si riduce a questo, e i punti divergenti sono che rispetto a Pool of Radiance si affrontano degli avversari molto più forti e difficili da battere – magari nel corso di avventure non così esaltanti oltre i combattimenti, con in più una realtà drammatica: se si vuole portare a termine “rapidamente” questo Videogame, cioè si vuole passare solo per le missioni principali, si arriva di fronte all’ultima porta con in gruppo assolutamente impreparato ad affrontare il mostro.  Il combattimento finale è predisposto perlomeno per dei personaggi i cui Livelli devono essere intorno al XII e non tra l’VIII e il X come in verità offre di avanzare Curse of the Azire Bonds cercando di arrivare dritti alla meta finale senza soffermarsi su cose secondarie.   Credo che sia stata anche per questa ragione che i master dell’avventura decisero di inserire tutti quei dungeon secondari che possono essere fatti più di una volta senza che si esauriscano mai nelle loro “forniture” di mostri, tesori e Punti Esperienza. Se vi siano altre logiche concettuali o economiche dietro questa aggiunta alla trama principale non saprei giudicarlo con esattezza in questo momento, fatto sta che tanto rispetto a Pool of Radiance quanto a Heroes of the Lance ci si trova di fronte a un videogioco potenzialmente infinito, e infatti nonostante sia tutt’altro che un caso raro nel genere, anche dopo il gran finale è possibile continuare a giocare ancora ab libitum.   Credo anche che la maggioranza quasi assoluta di chi ha giocato Curse of the Azure Bonds in qualunque periodo e versione sia arrivata all’ultima battaglia in condizioni da rendere impossibile la vittoria e che, tra questi, solo alcuni hanno avuto il tempo e la pazienza di tornare indietro per “farmare” come si dice oggi, sufficienti Punti Esperienza per alzare il Livello dei PG fino a poter resistere e sopravvivere a Tyranthraxus. Vale la pena ricordare che se oggi grazie agli emulatori è possibile giocare questo titolo a delle velocità di calcolo superiori a quelle del suo tempo, nel 1989 solo i tempi d’attesa per il caricamento del programma, delle partite salvate o delle diverse istanze di gioco era così lento da centuplicare rispetto a oggi i tempi morti, dunque era facile esaurire così la pazienza dei giocatori. Chi ha avuto il modo di usare un computer che aveva come periferica un registratore/lettore di audiocassette, ricorderà che spesso anche 10 minuti di attesa per il caricamento del programma era cosa normalissima  Se poi andando alla ricerca di informazioni o di pubblicazioni su Curse of the Azure Bonds di forma e contenuti simili a quelli di questo blog, si ritrovano alcuni filmati su Youtube che presentano personaggi giocanti incredibilmente evoluti; credo che essi siano frutto dell’uso di cheat o di programmi in grado di far giocare i PG in automatico per centinaia di ore senza interruzione. Personalmente non ho idea di quanto il programma consente di far salire di Livello i personaggi, quello che è noto è che su AD&D la maggioranza delle Classi terminano la loro ascesa al XX Livello, successivamente l’unica miglioria possibile consiste nell’aumento dei Punti Ferita complessivo in una quantità fissa per ogni accumulo di P.E.   Visionando alcuni filmati fatto da altri giocatori, è sufficiente vedere come molti hanno avuto personaggi con oltre 100 P.F., qualcuno anche sopra i 200, e si nota che subiscono solo una ventina di Punti Ferita di danni quando colpiti dai Fulmini di Tyranthraxus. Pertanto si può solo dedurre che sono almeno PG di XX Livello beneficiari di Tiri Salvezza tra i più bassi possibili.

  Infine c’è il cosiddetto endgame, cioè l’epilogo, che consiste in un breve e semplice filmato, in parte appagante e in parte spiazzante. In primo luogo si può essere soddisfatti del fatto che dopo migliaia di anni noi siamo riusciti a uccidere Tyranthraxus. La prova non pare essere la sua sparizione nel nulla ma la più che liberatoria scomparsa dell’ultimo tatuaggio sulla pelle dei personaggi, anche se la possibilità di un suo ritorno resta sempre aperta, perché forse Tyranthraxus non può essere ucciso sul Primo Materiale da personaggi mortali e quindi, anche se la sua storia su Faerûn è terminata del tutto, lui esiste ancora: rimandato indietro in qualche dimensione di esistenza Planare o Extraplanare. Il Bando di Tyranthraxus da questo mondo, avviene quando si usa il Guanto di Moander nella Sorgente della Radiosità, perciò ogni Artefatto che è stato recuperato in questa storia aveva la sua specifica funzione: l’Elmo dei Draghi lo individuava e l’Amuleto di Lathander (una spada nella versione Tabletop dell’avventura) permetteva di ferirlo anche se durante il combattimento non ce ne siamo affatto accorti. Come specificamente questi Artefatti funzionavano, cioè su che regole si basavano, resta un mistero, forse è semplicemente una Golden Rule.   Poi vengono le notizie che, per quanto mi riguarda, sembrano cadute dal cielo. Pare che per “salvarci” i Cavalieri di Myth Drannor accorrano sul posto appena finita la battaglia (questa è la terza volta che si fanno vedere), e si congratulano con noi dicendo che Tyranthraxus è stato sconfitto… «con il potere di Elminster». Ma noi Elminster non l’abbiamo mai visto e incontrato!  Allora e senza il forse, non è stato tutto merito nostro ed più probabile che i miei personaggi siano stati effettivamente pedine inconsapevoli anche di altri e impegnati in un campo di gioco incredibilmente vasto.

  Ma ora non pensiamoci, non siamo realmente “del livello” adeguato per porci certe questioni ed entrare in affari di dimensioni che richiedono almeno di essere del XX Livello. Lasciamo i personaggi ai meritati festeggiamenti a Valdombra, e con questo si chiudono su questo blog le pubblicazioni su Curse of the Azure Bonds. 
Al prossimo videogioco d’epoca di D&D.