Heroes of the Lance: l’unicorno

Per proseguire nella saga avventurosa di Dragonlance, nel romanzo I Draghi del Crepuscolo d’Autunno si sceglie la strada parabolica che vede una graduale immersione in un ambiente praticamente allineato alla fiaba leggendaria. Si abbandonano gli scenari vasti e svuotati del post-Cataclisma, le città sugli alberi ricostruite per esigenze di sicurezza delle comunità e le comunità riorganizzate in modo un po’ approssimativo, con i personaggi che si affidano alla potenza del simbolo rappresentato da un maestoso cervo bianco che pare riuscire a tirarli fuori dal caos senza capacità di spiegazione e ordinamento che sia il Bastone che i draconici, pur se quell’apparizione eccezionale e magica li porta nel folto del Bosco di Darken.     

Il bosco è più antico del Cataclisma, così come la sua storia. È uno di quei luoghi magici che – come molti altri su Krynn – sono rimasti inalterati anche dopo la scomparsa degli dèi. Non è possibile spiegare la natura del Bosco di Darken in modo preciso,offrendo tutte le sue caratteristiche e le nozioni in materia perché possa essere trattato accuratamente come uno spazio “di gioco”, questo perché sembra proprio che si voglia mantenere inalterato l’alone di mistero e leggenda e far funzionare il luogo come punto di maturazione intima degli eroi, come una di quelle tante “prove” che gli eroi dei miti sostengono prima di comprendere realmente la natura delle loro missioni e delle loro esistenze.       

Non per caso quelli della Lancia entrano nel bosco sul far della notte. Proprio l’ambiente notturno acutizza il sentore mistico del momento, ben più delle leggende di cui tutti i personaggi sono a conoscenza sul posto. Da questo punto in poi ci saranno per loro un susseguirsi di passaggi che appaiono tutti ampiamente scenografici, ossia delle prove simboliche dove dovranno dimostrare qualità morali e intellettuali piuttosto che capacità di combattimento. Perché prima verranno fermati da un drappello di guerrieri fantasma, gli Spectral Minions: una formazione magica estremamente peculiare di nonmorti i quali finiscono legati a luoghi specifici del Primo Materiale (come questo bosco), da meccanismi di solenni giuramenti da onorare in morte poiché non si è stati capaci di riuscire in vita. Infatti questi spettri risalgono a un esercito di uomini vissuti e morti durante il periodo del Cataclisma, che perdendo una battaglia sono legati al Bosco di Darken perché loro compito è impedire che chiunque vi penetri per “spezzare quell’incanto” che tuttora preserva il bosco dal mutamento post-apocalittico.   

 Nelle meccaniche del gioco di ruolo gli spettri non sono mai degli esseri facili con cui avere a che fare, perché di norma non possono essere feriti se non da armi magiche o dalla magia, perché sono comunque molto resistenti da distruggere, perché posseggono un terribile potere di Tocco per il quale sono capaci di risucchiare l’energia vitale dei personaggi, cioè di abbassare i Livelli delle loro Classi in modo istantaneo e permanente. Nel Modulo dell’avventura Dragon of Despair, gli Spectral Minions sono definiti in modo diverso, tuttavia risultano lo stesso una sfida davvero insuperabile per il gruppo degli avventurieri a partire dal fatto che non essendoci ancora dei veri chierici come Classe, nessuno è in grado di scacciare i nonmorti.

    In alternativa il Modulo offre l’opportunità di poter utilizzare l’incantesimo Rimuovi Maledizione per disperdere questi esseri, proprio perché tecnicamente è una maledizione quella che li confina nel Bosco di Darken, tuttavia, è questa un’opzione disponibile davvero solo per giocatori esperti e smaliziati (o forse semplicemente disperati, di quelli che le tentano tutte). Nel romanzo, per fortuna della Compagnia della Lancia, inizia a brillare silenziosa ma costante la luce ambigua del mago Raistlin. In verità questi spettri non hanno intenzioni schiettamente bellicose nei riguardi della Compagnia, in quest’occasione il loro scopo è pervenire a un riconoscimento della vera identità dei personaggi in questione, ciò nonostante Raistlin agisce di sottigliezza lanciando un incantesimo Comprendere i Linguaggi che gli permette di entrare in comunicazione con questi esseri e riuscire a capire che, in sostanza, la Compagnia della Lancia sembra essere come attesa da qualcuno nel cuore della foresta stregata.

«Ast bilak parbilatar. Suh Tangus moipar»(formula dell’incantesimo Comprendere i Linguaggi pronunciata da Raistlin)

Ciò che seguirà sarà un passaggio rapido e veloce, dove l’iniziativa dei personaggi sembra essere ridotta praticamente a zero: si passa dalla foresta stregata dagli spiriti dei morti alla foresta incantata popolata da esseri mitici come i centauri. Le forze antiche della natura, perciò, si sono schermate dalle forze oscure della morte per meglio proteggersi dagli sconvolgimenti del Cataclisma – i centauri imporranno ai personaggi di lasciarsi portare più nel folto di Darken, alla presenza della Guardiana della Foresta, un’entità che dichiara di essere antica quanto l’Era dei Sogni, probabilmente immortale, forse un essere semidivino. Poi che la forma di unicorno con la quale essa si presenta ai personaggi sia solo una manifestazione particolare o sia davvero un leggendario unicorno (di sesso femminile) la Guardiana del Bosco di Darken. non possiamo saperlo perché i personaggi risultano letteralmente “schiacciati” nella loro statura da un potere così grande e antico che risultano anche delle macchiette ridicole. Per esempio, alla Compagnia viene offerto un banchetto notturno nel cuore della foresta, imbandito con tanto di tovaglie, sedie e luminarie; un banchetto nel quale sembreranno terribilmente impacciati e imbarazzati attorniati dai centauri e sotto l’occhio di quell’unicorno che li osserva come fossero dei miserabili fanciulli. 

   Solo Raistlin, e in parte Tanis, sembrano riuscire a sottrarsi da questo senso di schiacciamento. Perché quando la Guardiana rivelerà loro che un’entità ancora più potente di lei stessa la raggiunse qualche giorno prima dell’arrivo dei personaggi nel bosco, avvertendola della portatrice del Bastone di Cristallo Azzurro, e poi rivelerà alla Compagnia che il luogo dove si devono rivolgere per trovare risposte è Xak Tsaroth, Raistlin alza gli occhi verso il cielo inizia a guardare lontano. Quali siano poteri segreti che il giovane mago dalla pelle coi riflessi dorati e le iridi a clessidra non lo sapremo ora, lui dichiarerà anche stizzito di non avere le capacità dei veggenti, ma la brama di potere di Raistlin converge d’opportunità su Xak Tsaroth, collimando con gli aneliti ispirati – e alcuni ingenui – degli altri della Compagnia.