Heroes of the Lance: penultimo atto

Oltre le colonne di fuoco e le frecce che venivano scagliate da non si sa dove, dopo aver fatto secco un baaz e un ragno, sul finire della seconda sezione di Heroes of the Lance ci viene addosso un altro “draghetto nero”, e questo sembra essere uno degli scontri più difficili in assoluto, probabilmente perché in questo piano c’è molto spazio affinché la bestia retroceda e quindi non la si può costringere a combattere in corpo a corpo. Contro questo draghetto le ho provate di tutte, consumando almeno un terzo delle cariche del Bastone di Goldmoon: Deviare il Soffio del Drago come incantesimo funziona, il problema è che questo mostro è così resistente che non dura che per la metà dello scontro. Ho avuto modo di tentare più volte e anche in caso di vittoria ne sono uscito con il gruppo letteralmente “a pezzi”… fin quando ho realizzato che, forse, in questo gioco non è strettamente necessario abbattere ogni mostro che si incontra ma semplicemente andare avanti. Ho quindi spinto il drago indietro fin quando non mi sono trovato con il personaggio parallelo all’apertura sulla porta e una volta arrivato lì, l’ho salutato infilando il passaggio, non c’è certo il problema di tornare indietro, piuttosto quello di avanzare. Infilandoci in quella porta – di cui già all’esterno si poteva capire trattarsi dell’entrata di un edificio semicrollato, ci troviamo di fronte a un pavimeno resto una sorta di colonnato instabile aperto sul vuoto.

Xak Tsaroth doveva essere una città che si era sviluppata in altezza, e ora che è sprofondata sotto il livello del mare, potrebbe poggiarsi su delle cavità dalle profondità incalcolabili. Il Modulo dell’avventura segnala che la piazza principale della città si trovava circa 250 metri sotto il terreno emerso, ma ci possono essere livelli ancora più sotterranei. Per fortuna conosciamo bene i nostri personaggi e le loro capacità e utilizziamo nuovamente Raistlin che se proprio non vola, compie dei salti lunghi e facilmente gestibili, permettendoci di superare la stanza semplicemente pigiando il bottone del salto insieme a quelli della direzione “alto” e (in questo caso) “sinistra” così da vederlo alzarsi da terra e superare il crepaccio. Lo si deve far atterrare ogni volta su ogni pezzo del pavimento ancora integro, altrimenti succede che la sua spinta si esaurisce e cade disotto.

Alla fine, però, cadremo lo stesso; perché in questo momento Heroes of the Lance cerca di tornare a ripercorrere i passaggi del romanzo, quindi se la Compagnia è riuscita ad arrivare a Kishanth aggirando i luoghi più densamente occupati dai draconici grazie alla nana di fosso Bupu che li ha indirizzati a percorrere le vecchie fogne della città, nel videogioco ci troviamo nuovamente spinti a scivolare in un’apertura che ci conduce ancora più in basso aprendoci un settore disegnato esattamente come una qualsiasi fognatura, dal soffitto basso e gli spazi stretti, con molte aperture circolari dove poter entrare.   

Dentro il primo tratto delle fognature sono stato obbligato a un incontro che mi ha costretto a dare fondo a quasi tutte le cariche rimaste nel Bastone di Goldmoon. Due piccoli draghi neri che insieme mi hanno circondato da destra e da sinistra. Non ho potuto essere parsimonioso in incantesimi clericali in questo frangente, altrimenti non ne sarei uscito vivo con nessuno dei personaggi, giocò tuttavia a mio favore la ristrettezza dell’area di combattimento, per la quale un drago si è ritrovato subito con le spalle al muro ed è stato relativamente facile abbatterlo, mentre il secondo che tentava di starmi a ridosso e attaccarmi alle spalle è andato giù con pochi colpi non appena sono riuscito a cambiare direzione.     Successivamente mi sono ritrovato in una condizione abbastanza delicata sotto il profilo delle risorse magiche: il Bastone di Goldmoon era quasi del tutto scarico, le pozioni di cura raccolte lungo la strada scarse, mi restava però il Bastone del Magius di Raistlin con molte cariche delle sue 100 iniziali da utilizzare. Non potendo più contare sul recuperare i Punti Ferita tramite gli incantesimi di cura, ho deciso di proseguire cercando di evitare quanto più possibile il corpo a corpo e di tentare di abbattere i nemici con gli incantesimi arcani.

Seguendo questa nuova strategia mi sono accorto di due cose, che possono risultare utili per una revisione completa della strategia di gioco in caso si volesse ripartire da zero. In primo luogo, dopo aver familiarizzato ed essermi allenato un poco con i comandi, mi sono accorto che non era così difficile aprire il menù principale al momento giusto per lanciare l’incantesimo e colpire l’avversario. Inoltre, tra tutti gli incantesimi utilizzabili, Ragnatela Magica appare quello decisamente più utile, perché praticamente tutti gli antagonisti vengono bloccati da questo consentendo di poterli uccidere con un guerriero senza subire danni; pure gli spettri – che possono essere feriti solo dalla magia o da armi incantati – incredibilmente vengono bloccati dalla ragnatela (che sia fisica oppure no).

 Il secondo importante aspetto di cui mi sono accorto, in gran ritardo ma spesso nei videogiochi ci si accorge delle cose più sottili solo a posteriori, è che avrei potuto iniziare a usare sistematicamente le magie di Raistlin molto prima, così da spendere in modo più bilanciato le sue cariche insieme a quelle del Bastone di Cristallo Azzurro, tuttavia questo non mi ha impedito di andare avanti in questo settore relativamente insidioso.

In sostanza, l’area delle fogne è abbastanza larga e intricata: ci sono molti passaggi e solo una strada che porta a Kishant. Bisogna trovare questa affrontando tutto il Bestiario del gioco, ma spesso non vale la pena combattere in quanto non si raccoglie niente di utile. Una volta trovata la via giusta, saremo di fronte al boss finale che merita una trattazione particolare in preparazione esclusiva per voi.