Il concetto fondamentale di gioco per Johan Huizinga

In questo blog dedicato ai videogame prodotti sotto il marchio del gioco di ruolo Dungeons & Dragons (in tutte le sue versioni storiche), ogni tanto trova bene posto anche qualche articolo di approfondimento di carattere generale. In questo caso c’è una breve retrospettiva sulla tesi fondamentale del famoso intellettuale Johan Huizinga, autore dell’altrettanto famoso saggio «Homo ludens».

Huizinga era un professore universitario, anzi un rettore d’ateneo, del primo Novecento, anzi possiamo persino dire che fosse un uomo “dell’Ottocento”, perché molte cose che oggi fanno parte della nostra quotidiana modernità lui non le conobbe, o non riuscì a comprenderle fino a farne oggetti di studio e riflessione. Non conobbe neppure i giochi di ruolo e i videogame; tuttavia il suo libro è stato tanto importante, suggestivo e risonante, da tornare sempre tra le note, le citazioni e le bibliografie degli attuali studiosi che si dedicano ai fenomeni ludici. Eppure leggendo oggi il suo libro si nota bene come molte cose dei GdR e dei videogame sfuggono completamente alle sue tesi, in modo particolare se confrontate al mio modo di trattare gli argomenti, quando i testi sul blog vanno oltre la narrazione delle mie sessioni videoludiche.

Con questo articolo inizio a spiegare – spero bene – l’essenza del pensiero di uno storico e sociologo di quasi cento anni fa, e a mostrare perché prendo da lui le distanze.

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