Gli Eroi della Lancia

Oggi si cambia quasi tutto salvo genere di videogioco e casa di produzione. Dopo aver finito Pool of Radiance, passiamo a un altro titolo storico dei videogame degli ultimi anni ’80: Heroes of the Lance.



Restiamo sempre nell’ambito del sistema di Advanced Dungeons and Dragons di quegli anni, ma cambiamo radicalmente ambientazione: dal mondo di Toril passiamo a quello ben diverso di Krynn. E seppure Heroes of the Lance uscì nello stesso anno di Pool of Radiance (il 1988) a differenza di quest’ultimo si può dire tranquillamente che una versione digitale della saga epica di Krynn era una pretesa avanzata dagli appassionati del genere, in quanto questo gioco è fondato sul primo modulo della Campagna-lancio dell’ambientazione Drangolance per la prima edizione di Advanced Dungeons and Dragons: il DL1 «Dragons of Despair» (1984), nonché del ben più famoso e primo titolo della fortunata trilogia, «I draghi del crepuscolo d’autunno» romanzo a quattro mani, scritto dagli stessi autori che curarono la crescita dell’ambientazione di Dragonlance, e uscito sempre nel 1984.


Senza dubbio Heroes of the Lance usciva spinto dall’onda di un gran successo editoriale avvenuto anni prima, e doveva essere un tentativo di sfruttare questa notorietà in nuovo mercato ormai maturo, sicuramente avido di “contenuti” già ampiamente apprezzati in passato. In fin dei conti, le dinamiche di “trasposizione”, dei “sequel” e dei “remake” già sperimentate in precedenza tra i prodotti editoriali e quelli cinematografico-televisivi, avevano già dimostrato la loro efficienza anche per il settore dell’intrattenimento elettronico.
    Un’altra differenza sostanziale tra Heroes of the Lance e Pool of Radiance riguarda l’impianto generale e la “filosofia“ dell’ambientazione. Dragonlance è una serie per AD&D nata ed edita prima di Forgotten Realms. Non è esatto in nessun modo dire che questa serie sia “più primitiva” nel concepimento concettuale, ma è forte la differenza che mentre i Reami sono un mondo costruito come un insieme di luoghi geografici e di società Fantasy organizzato per offrire opportunità di gioco e di avventura dove le imprese sembrano avere uno stampo “mercantile” sopratutto (nel senso di andare all’avventura per acquisire ricchezza, potere e dominio sui territori), i primi moduli di Drangolance invece vogliono offrire una storia e un senso all’impresa di stampo eroico ed epico.

Si legge sulla presentazione di quarta copertina di Dragons of Despair:
Vi trovate sulla strada a est di Solace, logorati da cinque annni di avventure per un’infruttuosa ricerca della magia clericale perduta. Conoscete il vecchio proverbio che dice «devi tornare per trovare quello che hai perso e che stai cercando», ma sembra non avere alcun senso. Presto, tuttavia, lo avrà.
Perché il mondo di Krynn non è più lo stesso: i rifugiati scappano dalle terre degli umani più settentrionali, raccontando storie orribili di un esercito invasore che ha bruciato i loro villaggi e passato per la spada i loro parenti e loro amici. Tra queste storie, potete venire a conoscenza di cose ancora più oscure – che mali antichi, i draghi stessi, sono tornati sul mondo, per nuovi terrificanti obiettivi.

In verità, piazzando Drangolance nel corso della storia dei prodotti Fantasy americano e mondiale, piuttosto che risentire ancora della vecchia impostazione dello stile saga alla «Signore degli Anelli», la vuole riproporre nel gioco di ruolo, perché Drangolance è stata probabilmente la prima ambientazione per D&D concepita con un sistema di regole già rodato e ampiamente testato, con già due ambientazioni esistenti: Mystara che era l’ambientazione “allegata” all’Old Dungeons & Dragons, e Greyhawk che venne sistemata definitivamente al momento di uscita dell’Advanced D&D; ed entrambe queste ambientazioni erano decisamente “mondane” e “mercantili” – quindi è più esatto dire che Dragonlance fu un tentativo per vedere se D&D potesse funzionare come sistema di gioco per toni più alti e più solenni.
  Sicuramente anche Heroes of the Lance cerca di ottenere lo stesso effetto nella versione elettronica, e sebbene la documentazione allegata sia molto meno curata e molto più breve della documentazione che rendeva Pool of Radiance un prodotto completo, non si può nascondere come le righe di presentazione del gioco – tratte dal manuale allegato – vogliano tentare di innescare un senso di coinvolgimento nel giocatore, piuttosto che stimolare la curiosità offrendo stralci di storia e descrizioni geografiche della regione:
Trecento anni sono passati da quando l’ira degli antichi è discesa su Krynn sotto forma del Cataclisma. In ciascuno dei dodici giorni nei quali il Cataclisma si consumò, un segno apparve. Gli alberi grondavano sangue. Gli incendi ardevano incontrollabili o il gelo era impenetrabile. Dei cicloni distrussero il tempio del re sacerdote di Ishtar. Tutti i segni furono ignorati, e al tredicesimo giorno intere montagne di fuoco si abbatterono dal cielo e sconquassarono la terra.
    Nell’età oscura che seguì il cataclisma, le grandi nazioni si ridussero a essere delle confederazioni dalle alleanze instabili. Le persone girarono le spalle alle antiche tradizioni e al potere della fede. Le memorie della grande magia concessa ai veri chierici vennero dimenticate o giudicate come delle semplici leggende.
     La maligna dea Takhisis, Regina dell’Oscurità, aveva atteso per questo momento. Aveva risvegliato i draghi infidi e creato un’armata di draconiani per diffondere il suo potere sulla terra. Una volta in controllo dei paesi, la bilancia del potere si sarebbe inclinata così tanto verso Takhisis che avrebbe potuto dominare tutto il pianeta.
    Il gruppo di avventurieri chiamato la Compagnia della Lancia è la sola speranza per Krynn. I compagni hanno scoperto dell’esistenza dei sacri Dischi di Mishakal che si trovano nelle rovine di Xak Tsaroth. I dischi sono un potente simbolo dell’antica dea della guarigione Mishakal. Con i dischi come prova dell’esistenza di Mishakal, le antiche tradizioni potranno rivivere e il bilancio cosmico ripristinato.
     Ma anche Takhisis è a conoscenza dei Dischi, e ha mandato il drago nero Khisanth per vigilare su di essi, insieme a molte altre progenie di draghi, draconiani e altri nemici.
Tra l’altro, è abbastanza stupido porre la differenza tra la lunghezza e l’accuratezza della documentazione di Heroes of The Lance rispetto a Pool of Radiance; il videogioco ambientato a Krynn si basa su del materiale uscito ben quattro anni prima, e ben noto al pubblico del settore, mentre al momento di uscita di Pool of Radiance, del Mare della Luna si conosceva ancora poco, o non c’era stato ancora tutto questo tempo per approfondirne la conoscenza.
    Venendo al prodotto elettronico (ossia al videogioco in sé), Heroes of the Lance uscì nel 1988 in molte e diverse versioni: per tutti gli Home Computer a otto bit allora diffusi, per i primi sistemi MS-DOS dei Personal Computer (architetture x86 16 bit) altri sistemi “minori“ e nel 1991 seguirono le versioni per le console di gioco, tra cui la Nintendo NES ebbe maggiore fortuna.
   Al giorno d’oggi è possibile giocare a Heroes of the Lance in modo semplice e rapido, la versione del videogioco si può trovare con facilità e può essere scaricata legalmente in quanto ormai fuori produzione da anni. La versione che si riesce meglio a reperire è quella per il NES, e si tratta di un piccolo file immagine della dimensione standard di 256 kbyte, che viene scaricato e riconosciuto dal PC come cartella in formato compressa.
     Il file è la copia della ROM originale del gioco, per poterla leggere (cioè giocare) è necessario utilizzare un software di emulazione del sistema del NES. Ne esistono diversi, e sono dei piccoli e semplici programmini che utilizzano solo una parte irrisoria delle risorse disponibili di un computer di media fascia attuale. Gli utenti di Windows possono usare Jnes, quelli con un Mac OpenEmu, mentre io che utilizzo Linux ho trovato come emulatore FCEUX, un programma che una volta scaricato e installato – per Heroes of the Lance – non necessità di alcun settaggio in particolare, ma solo di selezionare il file ROM per lanciare il programma. È inoltre possibile trovare delle guide e delle risorse per far girare questo gioco anche sugli Smarthphone e sui Tablet Android o iOs, sebbene piuttosto che una installazione, la procedura per questi dispositivi consiste nell’accettare l’installazione di una risorsa remota per ottenere il gioco come in “streaming” e quanto questa operazione possa essere esente da rischi o da fastidiose installazioni di programmi pubblicitari non saprei dire.