Curse of the Azure Bonds: la sconfitta del primo padrone

Ho ripreso solo ieri le sessioni a PC del videogioco perché prima ho voluto prendermi il tempo di terminare la lettura del romanzo Azure Bonds, e non credo di aver fatto male. la novella di Jeff Grubb e Kim Novak (marito e moglie), non è affatto lunga, ma reperibile solo nell’originale inglese è scritta in uno stile abbastanza impegnativo sia per registro linguistico che per narrazione degli eventi e sviluppo della trama. Nonostante richieda al lettore una conoscenza abbastanza profonda e diffusa dei Forgotten Realms, resta comunque una lettura godibile e divertente anche se non ci si riesce a barcamenare a puntino tra i tanti riferimenti e spunti offerti.   Detto questo, non vado oltre il dire che effettivamente tutto quello di cui Azure Bonds parla è avvenuto prima dell’inizio di Curse of rhe Azure Bonds, e quindi il romanzo non ha “concluso” niente: molte personalità, i gruppi e le entità nascoste dietro i tatuaggi azzurri sono ancora attivi e si fanno sentire. Riprendiamo quindi dal nascondiglio dei Pugnali di Fuoco, dove eravamo rimasti a metà strada. Il gruppo era arrivato lì, forzato a fuggire dall’assalto dei Pugnali contro la gilda dei Criminali di Tilverton, e si era ritrovato nel mezzo di una battaglia in corso per la liberazione della principessa Nacacia del Cormyr loro prigioniera. Sappiamo che il nascondiglio dei Pugnali di Fuoco in origine era il quartier generale dei Criminali di Tilverton, ma questi ultimi hanno perso il luogo tempo addietro e gli occupanti hanno avuto modo di sistemarsi adeguatamente.   Questo si nota quando girando per le stanze troviamo un ufficio dove tra le carte ci viene offerta un’informazione assolutamente importante se non decisiva.

«Ma non se l’era ripreso Bane a quello là?», se ne sarà sicuramente uscito uno del gruppo uscito da Pool of Radiance, magari puntando Ozwald il Chierico più esperto di divinità malvagie?    Scrollata di spalle o meno, i segni di un Tyranthraxus ancora attivo nei Reami vengono citati in più occasioni in questa parte dell’avventura, e non so dire con precisione se questo sia solo per mantenere alta l’attenzione sul “ponte” creato tra Pool of Radiance e Curse of the Azure Bonds, oppure perché il potere minore extraplanare, dopo la chiusura della storia di Alias, Akabar, Olive e Dragonbait, abbia acquisito un’importanza maggiore.  Tuttavia non sembra essere così determinante stabilire ora quanta importanza abbia Tyranthraxus nella storia – ne ha tantissima però: sembra che Kybor il mago dei Pugnali di Fuoco sia morto per causa sua – l’obiettivo è, francamente, riuscire a tornare a respirare aria fresca e a vedere il cielo, per iniziare – dato che al momento il gruppo si trova intrappolato sottoterra da oltre un giorno. 

Per fare questo dobbiamo arrivare al capo dei Pugnali di Fuoco. Questa persona si chiama Radatha secondo il Modulo dell’avventura, e in quelle pagine dedicate a giocare Curse of the Azure Bonds in versione da tavolo aveva da dire ai personaggi così tanto da fornire l’opportunità di avere quasi tutto lo schema rivelato. La motivazione di tanta disponibilità del PnG è data dal semplice fatto che Radatha è uno dei “padroni” dei personaggi (com’era anche padrone di Alias). Infatti anche il Radatha del videogioco tratta i personaggi del gruppo come suoi servi, presentandogli i suoi ostaggi: Nacacia e persino Giogi Wyvernspur, di cui racconta il motivo per il quale i personaggi lo avevano attaccato all’inizio dell’avventura.

Qui però, forse per qualche gioco da parte di Tyranthraxus dietro le scene, i miei personaggi non sentono alcun vincolo o compulsione e possono agire liberamente per attaccare il loro aguzzino e i suoi scherani. La battaglia finale contro i Pugnali di Fuoco, vede una schermata bella piena di avversari e intenzionati a vendere cara la pelle. Sono anche ottimamente riforniti di frecce che colpiscono spesso ma, nel caso in cui si riesca a muovere con abilità il mago migliore che si possiede – nel mio caso l’elfa Darletta – questi se lanciasse una Palla di Fuoco e un Fulmine Magico, dimezzerebbe in breve le forze degli avversari, rendendo tutto più facile.

Una volta sconfitti i Pugnali di Fuoco i personaggi tornano liberi e tornano gli eroi festeggiati come a Phlan? Assolutamente no, e con loro sommo dispiacere noi crediamo.   Né Nacacia né Giogi li vedono esattamente come loro salvatori, men che mai li tratterà come tali il re Azoun IV che sopraggiunge sulla scena scortato da Vanderghast, mago di corte. Se i personaggi del gruppo fossero a conoscenza di quanto successo mesi prima nella storia di Alias potrebbero comprendere effettivamente le motivazioni del comportamento del Re. Anche se un simbolo sparirà dalle loro braccia, il gruppo rimane pur sempre marchiato di altri quattro tatuaggi i quali hanno sempre portato guai al Cormyr e nei territori limitrofi, e nessuno ha ancora capito bene come risolvere questi problemi e i problemi più grossi causati dai proprietari di quei marchi.

Così i nostri personaggi vengono banditi dal Cormyr e dalla città di Tilverton, perché nessuno qui può aiutarli. Se la devono cavare da soli puntando verso occidente e le valli. Sono perciò dei “liberi banditi”? No, neanche questo, perché come provano a riposare per ritemprarsi, la voce dei loro padroni si fa sentire in sogno. Un sogno di cui parleremo con qualche dettaglio in più domani o tra pochi giorni.